Un ristorante che promette moltissimo: Lorenzo De Lio e Beatrice Venturini hanno vissuto in quattro paesi, sono cresciuti nella cucina di DiverXO prima da amici e poi come coppia, con un furgone hanno viaggiato per il Messico. Nel nuovo ristorante “facciamo quello che ci pare”
Chef lui, sommelier lei. Entrambi italiani. Allievi della stessa Scuola internazionale di cucina e sala, l’Alma a Colorno vicino Parma, ma senza mai incrociarsi da studenti. Decine di viaggi alle spalle, quattro paesi diversi in cui hanno vissuto, un bagaglio di esprienze che include un furgone con cui hanno attraversato per sei mesi il Messico. Nel mezzo un ristorante madrileno, uno dei migliori al mondo, DiverXO. È difficile riassumere le vite vissute da Lorenzo De Lio e Beatrice Venturini prima del loro ritorno in Italia. Probabilmente troveremo tutto questo nel piccolo sogno che hanno realizzato a Roma: un ristorante con soli otto tavoli da due persone, sedici posti in tutto, che prende il nome di Ego, già aperto in via Etruria.

A Roma apre ristorante Ego
Un progetto ambizioso, un sogno grande in uno spazio piccolo. In sala, Venturini proporrà una carta dei vini ambiziosa, con etichette provenienti da Italia, Francia, Armenia, Sudafrica, Sud America e in particolare torrontés (vitigno a bacca bianca) e pinot nero argentino, Giappone, Germania, Ungheria, Grecia e con diversi spunti legati al modello naturale. «Facciamo quello che ci pare», dice Venturini parlando del loro ristorante.
In cucina Lorenzo De Lio tradurrà le sue esperienze passate in una cucina contemporanea invasa da ricette, tecniche e cotture provenienti da diverse tradizioni gastronomiche: spagnola, messicana, giapponese, singaporiana e, ovviamente, italiana (romana, addirittura). Tutto in tre menu degustazione: rispettivamente da cinque e otto portate, e uno (ridotto, da tre) a scelta dello chef.
Foto Andrea Di Lorenzo
Dall’Alma a Madrid, passando per il Messico
È un ristorante promettente, dicevamo. Il curriculum di entrambi crea un bel po’ di aspettative. Venturini ha 27 anni, è nata nel lodigiano, il padre l’ha introdotta nel mondo del vino quando era una ragazzina. Nel 2017 segue il corso Alma di Sala, bar e sommellerie, al quale fa seguito uno stage alla Madonnina del Pescatore a Senigallia dello chef Moreno Cedroni. Ci rimane per quattro anni. Fa un’esperienza a Laite, vicino Udine, poi se ne va dall’Italia: direzione Spagna, prima nei Paesi Baschi, tempio indiscusso della creatività gastronomica spagnola, poi Bilbao e infine a Madrid, dove approda nella cucina di DiverXO dello chef anticonformista Dabiz Muñoz. Ristorante tre stelle Michelin, nella top ten della classifica 50best (la Michelin inglese, per intenderci).
Foto Andrea Di Lorenzo
Qui Venturini conosce De Lio, romano, 28 anni, che dopo l’Alma si è ritrovato catapultato nella brigata di Bistrot 64, sotto l’ala dello chef stellato Kotaro Noda. È lui che, dopo un anno di servizio, lo sprona ad andare all’estero. Atterra così in Spagna, prima nella immensa cucina del Mugaritz, due stelle Michelin, dove tutto viene messo in discussione dallo chef Andoni Luis Aduriz, noto per infrangere costantemente le regole dell’alta cucina, e poi da DiverXO, dove lavora per cinque anni. «Sono entrato come stagista e poi sono cresciuto, ho fatto tutto quello che c’era da fare», racconta De Lio. Nel mezzo una parentesi londinese. Venturini diventa anche la sua compagna di vita. Si trasferiscono a Zurigo, dove si muovono tra ristoranti stellati, e poi un viaggio itinerante di sei mesi in Messico. Un furgone, pochi soldi, molto adattamento. Il resto lo ha fatto la curiosità. Poi il ritorno in Italia.
Foto Andrea Di Lorenzo
Cucina internazionale e tanta creatività
Ego è la sintesi delle loro idee e dei loro gusti. Nascono così piatti come quelli del menu Allegretto, che dopo il tris di entrèe – Croqueta alla carbonara, Tartelletta di raclette e Taco de huitlacoche – prosegue tra il Pincho servito con un bao e salsa chili crab, il Raviolo ripieno di chicken masala e peperoni, e il Magret di anatra con senape di rucola al wasabi, e olio al fumo.
Foto Andrea Di Lorenzo
In “Adagio” si spazia fra Ostrica en escabeche, lardo e thonburi, Foie gras con anguilla, tuorlo e funghi orecchie di giuda, Dumpling alla vaccinara e Pesce di stagione alla Yakitori, Pil pil al chile ancho, salsa xo e piquillo. «Non abbiamo pretese, vogliamo che il cliente viaggi, che faccia le esperienze che abbiamo fatto noi», promette De Lio.